Il campo di prigionia di Celle (in località Scheuen, presso la città di Celle, Germania) è immerso nell’Heide, l’immensa brughiera pianeggiante a poche decine di chilometri da Hannover, e fu uno dei più grandi Lager per ufficiali della Germania della I Guerra Mondiale.
Costruito prima della guerra nella zona militarizzata di Celle, il Lager fu completato con il lavoro forzato dei primi prigionieri russi alla fine del 1914; vi furono internati fino alla metà di novembre del ’17 prigionieri francesi, russi, inglesi e belgi. Dalla fine dello stesso mese furono concentrati (in 13 mesi) 2910 ufficiali italiani (di cui 1333 Aspiranti) e un centinaio di soldati adibiti ai servizi; tutti catturati dopo Caporetto: vi sarebbero restati fino ai primi di gennaio 1919 (per approfondire vai alle liste).
I prigionieri si trovavano di fronte a un mondo “altro”, una città cupa e triste, fatta di baracche allineate in ordine rigoroso, circondate da un recinto di filo spinato, e controllate notte e giorno dalle guardie in un regime di detenzione molto duro. Le strade per giungere a Celle, dopo giorni di sofferenza, erano lunghe e tortuose e parevano non finire più.
Nei primi quattro mesi di prigionia gli internati dovettero fare i conti con il freddo, la fame, il senso deprimente della sconfitta e l’abbandono totale da parte dello Stato italiano. Dalla metà di marzo 1918 incominciarono ad arrivare i pacchi di cibo e di indumenti confezionati dalle famiglie e gli ufficiali (che non erano costretti a lavorare a differenza dei soldati) riuscirono in buona parte a salvarsi. Nacque l’Università di Cellelager e in qualche modo riuscirono, grazie alla cultura, a riprendere la propria identità.
- Fotografie del Lager
- Presenze artistiche nel campo
- Liste di prigionieri, ufficiali, militari tedeschi
Scopri la mostra dedicata ai prigionieri italiani
(Celle, Bomann-Museum, fino all’11 novembre 2018)
- Tutti i dettagli
- Reportage fotografico completo
- Servizio sulla TV tedesca NDR.de
- Gallery di anteprima:
- Rassegna stampa:
- Corriere della Sera, 1 lug 2018
grazie a questo documento sono venuto a conoscenza di un fatto inedito di mio bisnonno agostino
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Grazie Nicolò, ci fa molto piacere! 🙂
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grazie a voi per aver pubblicato questi documenti storici che per molti di noi erano inediti , io personalmente li ho condivisi con i miei cugini.
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